martedì 26 ottobre 2010

Mafia, catturato il boss superlatitante Gerlandino Messina

Preso a Favara. L'operazione è stata portata a termine dagli uomini del Gis (gruppo di intervento speciale) dei carabinieri. Berlusconi: "Successo senza precedenti del governo"

Agrigento, 23 ottobre 2010 - Catturato a Favara (Agrigento) il superlatitante di mafia Gerlandino Messina, 38 anni, di Porto Empedocle, nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità del ministero dell’Interno. L'operazione è stata portata a termine dagli uomini del Gis (gruppo di intervento speciale) dei carabinieri.

Gerlandino Messina era un fantasma da oltre dieci anni. Nato a Porto Empedocle nel 1972, è figlio dello storico capomafia agrigentino Giuseppe Messina. Ricercato dal 1999, sulla sua testa pende una condanna per associazione mafiosa. La sua scalata al vertice della mafia agrigentina inizia nel 1986, dopo l’uccisione del padre. La carriera all’interno dei ranghi di Cosa nostra, culminata nel 2003 con il comando su tutta la provincia di Agrigento, fu favorita anche dal beneplacito espresso verso la sua posizione di Bernardo Provenzano.

Dal 2 febbraio 2001 erano state diramate le ricerche in capo internazionale. L’ascesa di Gerlandino Messina corrispose alla parallela caduta di Luigi Putrone, altro capomafia operativo in quella zona fino a quel momento, e costretto a lasciare Porto Empedocle nel 1998. Messina è diventato il numero uno di Cosa nostra ad Agrigento dopo l’arresto di Giuseppe Falsone, il 25 giugno scorso a Marsiglia, nel sud della Francia, di cui era fino a quel momento il ‘vice’. E attualmente sarebbe il numero due di Cosa Nostra.

Con l’arresto di oggi si riducono a 16 i latitanti "di massima pericolosità" inseriti nel programma speciale di ricerca della direzione centrale della polizia criminale. L’elenco, che inizialmente conteneva 30 nomi, è stato via via ‘spuntato’ con i 14 arresti avvenuti dal 2008 ad oggi. Tra questi spiccano Giovanni Nicchi (mafia), Giovanni Strangio (‘ndrangheta), Salvatore Russo (camorra). Tra i 16 rimasti da catturare, il più noto è il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.

I COMPLIMENTI DI MARONI - "La cattura di Messina è un colpo mortale per la mafia agrigentina". Con queste parole, il ministro dell’interno Roberto Maroni, si è congratulato con il comandante generale dell’arma dei carabinieri Leonardo. "Con l’arresto di oggi il cerchio attorno a Matteo Messina Denaro si fa sempre più stretto", ha poi sottolineato il ministro Maroni. Messina Denaro, il boss della provincia trapanese, è considerato infatti l'attuale vertice operativo di Cosa Nostra.

IL PREMIER - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha chiamato il ministro dell'Interno e il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, e si è congratulato con loro. Il presidente Berlusconi ha sottolineato al ministro Maroni come questa operazione confermi "il successo senza precedenti del Governo nella sua battaglia contro la criminalità organizzata"
Tratto da quotidiano.net 23 ottobre 2010
Carla e James, Studenti Erasmus, Lingua Italiana III

mercoledì 13 ottobre 2010

Pubblicità a lezione

Puglia, pubblicità in classe
per comprare banchi e sedie

La provincia di Barletta, Andria e Trani mette a disposizione di sponsor privati le suppellettili delle sue scuole: 69 euro per apporre il proprio marchio sugli arredi

BARLETTA - Pubblicità a scuola per diminuire l'impegno finanziario a carico dell'ente. Lo ha deciso la neocostituita Provincia di Barletta, Andria e Trani che al costo di 69,80 euro (Iva esclusa) ha messo a disposizione di sponsor privati le suppellettili delle sue scuole. In cambio del denaro le aziende potranno pubblicizzare la propria attività su una placca sistemata sugli arredi. Il bando è stato pubblicato sul sito della Provincia e scade il prossimo 30 novembre.

"E' una idea che abbiamo valutato dal punto di vista tecnico-giuridico e l'abbiamo ritenuta fattibile. Esistevano tutte le condizioni perché questo potesse avvenire". Lo afferma l'assessore provinciale Bat all'Istruzione, Pompeo Camero, che ha avuto l'idea di cercare gli sponsor per le 53 scuole secondarie della provincia. Camero è rappresentante della lista di centrodestra La Puglia prima di tutti.


Pubblicità scuola di karate.


"Ci è sembrato opportuno in una fase in cui stavamo valutando un po' tutte le richieste che ci erano arrivate da parte dei dirigenti scolastici i quali, nel frattempo, avevano i nuovi dati relativi alle iscrizioni delle prime classi. Sono state queste a mandarci un po' fuori programmazione. Così, ci siamo dovuti inventare qualcosa e attraverso il pubblico incanto siamo arrivati a definire il costo di banchi e sedie".

Riguardo alla fattibilità dell'iniziativa, Camero precisa che "è una idea compatibile con la pubblica amministrazione in una visione moderna della stessa. Sicuramente non ci saranno controindicazioni". "Piuttosto - insiste - non deve passare in secondo piano l'attenzione che noi tutti dobbiamo alla scuola. Dovremmo rimetterla al centro degli interessi della nostra società. La scuola non è un incidente di percorso per le famiglie e deve poterle coinvolgere in modo diretto. E quale occasione migliore di potersi sponsorizzare un banco? Ma in questa fase ci rivolgiamo alle aziende".


Quale pubblicità si potrebbe usare?


"Sono un padre anche io e spero di lasciare il segno alle nuove generazioni. Rispetto a loro - conclude - mi ritengo fortunato perché mi sono collocato bene e ho avuto una scuola accettabile. Qui c'è il rischio serissimo che il piano dell'offerta formativa possa degradare proprio perché i soldi sono sempre di meno in tutta la filiera della pubblica amministrazione, quindi nella pubblica istruzione".

Da: La Repubblica.it 5/10/2010

Che ne pensate?

Inviateci le vostre opinioni!

venerdì 1 ottobre 2010

I NUOVI ITALIANI ALL'ESTERO

"Nessuno" in Patria, "qualcuno" altrove
Gli italiani se ne vanno. Di nascosto

Il fenomeno dei nostri concittadini emigrati è in continua crescita soprattutto tra i giovani. Ma non è per nulla evidente. Pochi s'iscrivono all'Aire (Anagrafe dei residenti all'Estero). Repubblica.it lancia un censimento per conoscere i numeri veri e le loro storie

di CLAUDIA CUCCHIARATO
Una popolazione nascosta. Un profilo, quello degli italiani residenti all'estero, sfuggente, difficile da definire quantitativamente e qualitativamente. L'Italia è uno dei Paesi europei che più esporta laureati: quattro volte più che la Germania, la Francia o il Regno Unito. Allo stesso tempo, però, è tra quelli che meno importano giovani delle stesse caratteristiche. Secondo le stime dell'OCSE, solo un immigrato su dieci in Italia ha un'educazione terziaria: meno della metà degli immigrati in Spagna, un terzo di quelli che si dirigono verso l'Inghilterra, una percentuale inferiore anche a quella di chi migra in Grecia.

Tra il 2000 e il 2010 oltre 300mila persone tra i 20 e i 40 hanno lasciato il nostro Paese e quasi il 60% di loro ha raggiunto un altro Stato europeo. Sono tutti dati forniti dall'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE), e ci dicono che la comunità dei migranti italiani in Europa è la terza più popolosa, dopo la rumena e la polacca, con un totale di 1,3 milioni di unità. Nel mondo saremmo circa 4 milioni.

Eppure, anche i dati ufficiali rappresentano un'enorme sottostima rispetto alle cifre reali. Esiste una numerosa popolazione di italiani, soprattutto giovani e altamente istruiti, stabilmente domiciliati al di fuori dei confini nazionali che né il Ministero degli Esteri né le organizzazioni internazionali riesconoa censire. E infatti, confrontando i dati dell'AIRE con quelli delle città più recentemente prese d'assalto dai migranti italiani, come Berlino, Barcellona, Londra o Parigi, si scopre che il numero degli arrivi degli ultimi decenni non coincide affatto con il numero di espatriati registrato dai consolati italiani a fini statistici ed elettorali.


Nel mio libro, Vivo altrove, pubblicato a maggio (collana "Presente storico" di Bruno Mondadori), metto in luce queste incongruenze. Un fenomeno "nascosto" che si verifica soprattutto in Europa, dove l'apertura delle frontiere, l'introduzione della moneta unica o la proliferazione dei voli lowcost hanno provocato un considerevole e incontrollabile aumento della mobilità internazionale.

Ho cercato di dare una voce all'Italia che vive fuori dall'Italia e che, per convenienza, per distrazione o per scarsa informazione, all'AIRE non si è mai iscritta. Molti dei giovani migranti italiani che ho intervistato mi hanno detto di non sapere nemmeno cosa fosse l'AIRE, né che fosse necessario iscrivervisi per votare in patria. La maggior parte di queste persone, domiciliate da anni e con un contratto di lavoro stabile all'estero, risultano essere ancora residenti in Italia. È per questa ragione che ho pensato di chiamarle "generazione nessuno". Non esistono, sfuggono alle statistiche e all'interesse del Paese d'origine. Erano e sono tuttora "nessuno" per l'Italia, ma proprio essendo "nessuno" all'estero sono riuscite a diventare "qualcuno". Non sono solo "cervelli in fuga", bensí decine di migliaia di persone che ogni anno partono alla ricerca di un'opportunità che qui ritengono irraggiungibile.

Da queste considerazioni e dall'esigenza di dare un numero, un nome o una descrizione a questa "generazione nessuno", nasce l'inziativa che lanciamo oggi in collaborazione con repubblica. it. Dalla necessità di sapere quanti sono e dove stanno gli italiani che hanno da pochi mesi o da anni abbandonato il proprio Paese, nasce la volontà di realizzare un censimento che, per scarso interesse nell'affrontare l'argomento o mancanza di mezzi, finora nessuna delle istituzioni preposte ha voluto portare a termine.

Esistono, e sono molte, le associazioni che si occupano dei nuovi migranti italiani. Sono nate di recente anche alcune iniziative che cercano di riunirli attorno ad un obiettivo. Un esempio è il Manifesto degli Espatriati 3 che i blog di Vivo altrove 4 e La Fuga dei Talenti 5 hanno lanciato, in modo quasi provocatorio, per esprimere uno scontento e aprire un dialogo. Pochi mesi fa è passata alla Camera dei Deputati la proposta di legge nata dal progetto "Controesodo - Talenti in movimento" 6. Un primo, fondamentale passo che vorrebbe non solo incentivare il rientro di lavoratori italiani altamente specializzati, ma anche invogliare i talenti stranieri a trovare un posto nel nostro tessuto industriale.

Per compiere questo passo, però, è necessario prima di tutto sapere di cosa stiamo parlando: numeri, storie, capacità... chi e dove sono gli emigranti italiani di oggi? Se fate parte di questa comunità in costante aumento, o avete intenzione di farlo, introducete i vostri dati. Raccontateci la vostra storia, i motivi che vi hanno spinto all'espatrio, i luoghi in cui avete vissuto, le ragioni per cui avete deciso di rimanere o le motivazioni grazie alle quali fareste possibilmente ritorno in Italia.

Faremo arrivare la vostra voce anche a chi fino ad oggi si è occupato dei Residenti all'Estero solo per capire in che zone del mondo organizzare la campagna elettorale.

Da: La Repubblica.it 1/10/2010